Il restauro e la ricomposizione de L’incoronazione della Vergine con Il compianto sul Cristo morto appartengono ad un intervento che può definirsi “storico”, se non altro per ragioni temporali, strettamente collegato ad un compleanno della CBC. Per festeggiare i primi dieci anni di attività volevamo contribuire direttamente ad un restauro che diventasse “esemplare” e del nostro approccio operativo e dei nostri interessi riguardo alle tecniche esecutive e alla storia del restauro.
Dopo diversi tentativi di trovare l’opera giusta, tra Venezia, Milano, Perugia, Napoli e Firenze, si è improvvisamente profilata una possibilità di grande interesse, sposata da Rosaria Valazzi (Soprintendenza ai Beni Artistici delle Marche) Fabrizio Mancinelli (Musei Vaticani) e Michele Cordaro (Istituto Centrale del Restauro), che prevedeva il restauro e la temporanea ricomposizione degli elementi appartenenti alla Pala di Pesaro, conservati separatamente a Pesaro e Roma.
Il progetto è arrivato alla fase operativa piuttosto rapidamente, per la disponibilità del Comune di Pesaro a finanziare l’intervento sul complesso apparato di cornice, con predella e pilastri, mentre il nostro contributo diretto ha riguardato le due tavole figurate. Il dettaglio delle operazioni eseguite, i dati sui sistemi costruttivi, sulle tecniche esecutive e sulle vicende conservative, i ragionamenti sulla restituzione critica dei dipinti sono scaricabili alla sezione PUBBLICAZIONI di questo sito. Ci piace però ricordare l’approccio al tema delle patine e delle patinature, affrontato con qualche tremore ma con la “benedizione” di Giovanni Urbani, che nel 1947, come giovane
restauratore, aveva collaborato con Pelliccioli al restauro della Pala curato dall’Istituto Centrale del Restauro. Cesare Brandi aveva fatto di quell’esperienza una delle pietre miliari nell’elaborazione della sua teoria e nella cleaning controversy con la National Gallery di Londra. I progressi scientifici e l’ampliarsi dei prodotti a disposizione rispetto al primo dopoguerra ci ha consentito di rimuovere i residui di protettivi e di patinature antiche senza aggredire le sottili velature di Bellini; di grande interesse è stato a tal fine anche il confronto con il Compianto vaticano, che aveva avuto vicende molto diverse e restauri meno prudenti dell’Incoronazione.
Ad accompagnare il restauro era stata messa in campo una approfondita indagine d’archivio e tutta la diagnostica, sia analitica che per immagini, allora disponibile, cercando un dialogo reale e una sinergia tra i diversi approcci di cui dà conto il catalogo della mostra, pubblicato da Marsilio. Vista la particolare occasione, il lavoro, affrontato contestualmente tra Pesaro e Roma, è stato svolto principalmente dai soci e pochi fidati amici, sotto la responsabilità di Carla Bertorello. Il piacere per la grande avventura si è trasmesso alla squadra intera che, a partire dal triunvirato di Direzione
Lavori fino ai custodi del Museo,ha lavorato con un entusiasmo e una sintonia che poche volte ci è poi capitato di rivivere. Fino alla felice inaugurazione del 31 agosto 1988, in cui il Direttore del Rossini Opera Festival ha prestato i tecnici del teatro per un aiuto sull’illuminazione e offerto un accesso privilegiato all’anteprima de LA SCALA DI SETA. Per coronare l’occasione di festa abbiamo giocato con uno dei visagisti di Diego della Palma, che ha sistemato tutti per l’evento dopo una intensa preparazione preliminare.
Nel 2008 si è presentata l’occasione di verificare il lavoro di venti anni prima, con la manutenzione e l’assistenza all’allestimento nella grande mostra dedicata a Bellini, organizzata alle Scuderie del Quirinale. Mentre lo stato della pittura risultava soddisfacente, la struttura e gli intagli della cornice mostravano fragilità e nuovi danni -cui si è posto riparo con l’aiuto dell’amico Roberto Saccuman- e di cui si è dato conto in un articolo su Kermes, anch’esso scaricabile in questo sito.
Michele Cordaro, Istituto Centrale del Restauro; Maria Rosaria Valazzi, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche (per la Pala di Pesaro); Fabrizio Mancinelli, Direzione della Pinacoteca Vaticana (per la cimasa vaticana)
Coordinamento: Marisa Tabasso, Istituto Centrale del Restauro
Laboratorio prove sui materiali: Pier Luigi Bianchetti, Ernesto Borrelli, Antonio Giralico, Paolo Gusso, Maurizio Mariottini, Istituto Centrale del Restauro
Per il “Compianto su Cristo morto”: Nazareno Gabrielli, laboratorio di ricerche scientifiche dei Musei Vaticani
Per la radiografia: Maurizio Diana, Vincenzo De Stefano, Mario Massimi, Adalberto Melchiorri, Antonio Porro, ENEA
Per la riflettografia IR: Duilio Bertani, Maurizio Cetina, Istituto Nazionale di Ottica di Arcetri
Rodolfo Fiorenza, Pasquale Rizzi
Giulio Filippini
CBC, con la consulenza di Maria Antonietta Gorini