Nel primo restauro si lavorò in collaborazione con Archires S.r.l., e i fondi arrivarono da una sponsorizzazione dell’Assitalia. E’ stato molto interessante poter confrontare l’attuale stato complessivo del monumento con i ricordi e la documentazione di allora, valutandolo
con piacere meno drammatico; tuttavia il microclima legato alla presenza dell’acqua e dell’aerosol continua a creare condizioni ideali per la proliferazione di attacchi microbiologici e biologici, in particolare sulla scogliera. L’acqua con alto tenore di calcio della città di Roma, malgrado il sistema di ricircolo già attivo e il trattamento ad osmosi inversa messo a punto nel 1991, ha ricreato depositi consistenti di calcare in tutte le zone interessate dallo scorrimento, stagnazione o schizzo dell’acqua; rispetto alla situazione passata è risultato invece assente il calcare da infiltrazione, a testimoniare la buona tenuta della sigillatura eseguita tra i blocchi di travertino.
Il restauro delle superfici lapidee ha comportato il ripetersi di tutte le operazioni di pulitura graduale, dalla spolveratura alla disinfestazione; dal risciacquo con spazzolatura ad una localizzata pulitura chimica. Quello che si è riproposto quasi negli stessi termini degli anni ’90 è stato il lavoro di rimozione meccanica del calcare, ma con attrezzature più efficaci. Una soddisfazione particolare ci ha riservato il controllo delle sigillature di giunti e fratture: l’ottima tenuta di quelle eseguite nel 1990 ci ha portato a riproporre la malta idraulica appositamente “inventata” allora, opportunamente caricata per ottenere le tonalità desiderate.
Le indagini ultrasoniche, confrontate con quelle effettuate nell’intervento precedente, hanno evidenziato un quadro fessurativo in evoluzione a carico delle ali dei cavalli nei due gruppi dei Tritoni, causato dalle dilatazioni termiche
delle grappe originali in ferro. Questo ha richiesto una lungo e complesso approccio diagnostico e la definizione di un intervento delicato di rimozione dei materiali di vecchi restauri, con la conservazione e protezione degli elementi originali.
L’impegno maggiore, come impresa capogruppo, è stato sicuramente il coordinamento delle diverse attività e la tenuta dei tempi programmati: in 516 giorni di cantiere 26 restauratori e 36 operai specializzati hanno affrontato 4.340 mq. di superfici; la Direzione Lavori, composta da 31 tecnici e funzionari,
ha pianificato con noi operazioni aggiuntive, realizzate poi con l’apporto di 27 professionisti diversi. La fine del lavoro è stata degnamente festeggiata con la sfilata sull’acqua della ultima collezione della Maison Fendi, riproponendo una passerella sospesa sulle acque della vasca.
Ing. Silvio De Bellis
Sovrintendenza Comunale di Roma: Arch. Francesco Giovanetti
Sovrintendenza Comunale di Roma: Dott.ssa Anna Maria Cerioni
Arch. Andrea Borghi
Dott.ssa Marina De Santis
Fabrizio Nardis
Geom. Eugenio Di Ninno
FENDI Roma
R.T.I. TREVINTRE
C.B.C. Conservazione Beni Culturali, Roma
A.R.A. s.n.c. di C. Camiz e F. Farachi; Tecnicon s.r.l.
C.A.R.P Group s.r.l
Opere Edili – Edilman s.r.l.
Domenico Ventura, Paola Conti, Maria Grazia Chilosi, Francesca Farachi
Per le riprese laser arch. Pietro Gasparri C.P.T studio srl; per la restituzione grafica Mirko Micozzi e Paola Carbonara; per la mappatura dei tematismi: C.B.C. Maria Grazia Chilosi; A.R.A. s.n.c. Francesca Farachi; TECNICON s.r.l. Paola Conti; per la restituzione dei tematismi Mirko Micozzi
Università della Calabria, Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra; RC Art Srl; Dott. Domenico Poggi Artelab Srl.; Ing. Mauro Tommasini MOST s.r.l.; per le analisi sui metalli: Prof. Roberto Cesareo e Prof. Stefano Ridolfi